SEM Google ADS? Google riscrive la pubblicità sul web
Le ricerche e le azioni di digital marketing che si possono mettere in campo all’interno di Google ADS cambiano completamente paradigma, inserendo un sistema basato su algoritmi capace di identificare e raggruppare gli utenti per similitudine di comportamento sul web, fornendo risultati utili per una targetizzazione approfondita ma al tempo stesso molto più rispettosa dell’anonimato.
Così Google vira radicalmente e si schiera in maniera decisa dalla parte degli utenti. Questo dichiara David Temkin, direttore del prodotto di Google Ads privacy, per ribadire l’impegno a voler eliminare nel giro di due anni i cookie di terze parti su Chrome e sviluppare una sempre più rigida e forte struttura in grado di proteggere privacy e anonimato:
“Una volta che i cookie di terze parti saranno gradualmente eliminati, non costruiremo codici alternativi per tracciare i singoli soggetti mentre navigano nel web, né li useremo nei nostri prodotti”.
La soluzione che Google vuole quindi proporre per i test iniziali è basata sui gruppi con interessi e comportamenti simili sul web, all’interno dei quali poter mantenere la privacy dei singoli utenti al sicuro. Questi gruppi saranno quindi dei veri e propri “raccoglitori” di comportamenti e ogni singolo utente sarà “spacchettato” nei diversi gruppi secondo l’effettiva attinenza e comportamento, non risulterà come utente con determinate caratteristiche e propensioni all’acquisto ma le sue proprie caratteristiche saranno riconducibili a lui solo annegate in un macro gruppo di appartenenza.
Questa per Google è una svolta piuttosto importante perché decide, a differenza di altri provider di offrire un livello potenzialmente inferiore di identificazione per tracciare la pubblicità web ma ovviamente ha dalla sua due fattori non trascurabili: un pubblico che gioco forza è molto maggiore rispetto a quello dei competitor diretti e il fatto che in ogni caso i sempre più stringenti sistemi a garanzia della privacy andranno comunque in una direzione di tutela dell’anonimato non solo in termini individuali ma anche a livello di gruppi di interesse.
L’obiettivo di Google diventa quindi duplice: continuare a fornire risultati per pubblicitari digitali basato sui gruppo (coorti) che comunque hanno portato ad un miglioramento dei risultati del 350% rispetto ai raggruppamenti casuali e del 70% nella precisione “ad alti livelli di anonimato” e dall’altra giocare d’anticipo su questioni delicate come la privacy ottenendone sicuramente buoni risultati in termini di attenzione ai diritti degli utenti.
L’azienda quindi non si unirà ad altre iniziative che puntano a un maggiore tracciamento dei singoli, ma sarà la prima a puntare fortemente su rispetto, anonimato e interessi “gruppali” identificati attraverso l’intelligenza artificiale.
All’inizio potrà sembrare un passo indietro per tutti coloro che hanno bisogno di target molto definiti ma questo rappresenta un grande passo avanti in termini etici e se un colosso come big G si schiera in questa direzione, non può che essere un buon esempio da seguire.
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